Lo stile del No

C’è chi sceglie di rinunciare alle vacanze, chi ha Internet; c’è addirittura chi decide di rinunciare al denaro per riscoprire nuove forme di baratto. Ma cosa c’è alla base di tutto questo?
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La cultura dell’abbondanza

Ci hanno insegnato fin da bambini che qualche sano “no”, nella vita è più che utile per la crescita personale. Nonostante questo, però, una volta adulti, troviamo sempre più difficile riuscire a rinunciare a qualcosa.

Viviamo in una cultura caratterizzata dall’abbondanza e dalla quantità: siamo sempre pronti a cercare il modo di ottenere più soldi, più cose, più reputazione…i nostri obiettivi si costruiscono a partire dalla volontà di raggiungere qualcosa che non abbiamo, non dalla scelta consapevole di rinunciarvi.

La rinuncia come stile di vita

Esistono persone, però, che hanno scelto di invertire questo processo culturale. Sono coloro che rinunciano alla logica del consumo, al possesso e alla moneta. Secondo il sociologo Francesco Morace: “Si tratta di una serie di comportamenti che nascono dalla voglia di distinguersi, di affermare la propria personalità con un “non ci sto”. Allontanarsi dalla massa per paura di essere irrilevanti. Il risultato è una presa di posizione dettata da valori che diventano sempre più radicalizzati”.

Frugalisti e New Francescani

Esistono varie categorie che ricadono in questo stile di vita legato alle rinunce. Le due più interessanti sono sicuramente i Frugalisti e i New Francescani.

I primi sono i seguaci di un famoso blogger che ha scelto di non concedersi neanche un giorno di vacanza o di stacco dal lavoro per poter guadagnare il più possibile in meno tempo possibile, e andare così in pensione ancora giovane per potersi godere le proprie passioni. È un’idea che si basa su un risparmio sfrenato, scegliendo di rinunciare a tutta una serie di comfort, riducendo al massimo le spese.

I New Francescani, invece, consistono in tutte quelle persone che hanno scelto di vivere facendo a meno del denaro, riscoprendo l’antica arte del baratto. Esistono intere comunità in cui la moneta non è più considerata merce di scambio. Al suo posto, gli abitanti si scambiano servizi e favori, dando valore a una prestazione cotrapponendola ad un’altra. Il risultato sono comunità in cui circola pochissimo denaro e in cui le persone scambiano favori.