Se la memoria non mi inganna…

La nostra memoria, ogni tanto, ci inganna. Come avviene la costruzione di un falso ricordo?
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Il famoso modo di dire viene spesso utilizzato per sottolineare incertezza nell’affermazione di qualcosa relativo al passato. Ma è solo un modo di dire o c’è qualcosa di più. È davvero possibile che la memoria ci inganni?

Come si costruisce un ricordo

Nel nostro cervello esistono più memorie, legate ai vari campi sensoriali ed emotivi della nostra vita. I ricordi hanno a che fare con due parti molto importanti del cervello: l’amigdala e l’ippocampo. Essi sono strutture sottocorticali primordiali che hanno funzioni ancestrali. La loro funzione è quella di collegare i ricordi di memoria ad emozioni già vissute in modo da essere preparati in futuro, per garantire la sopravvivenza della specie.

I ricordi si costruiscono a partire da tre fasi:

  • Fase 1: Codifica

Nella fase di codifica, attraverso i 5 sensi, interpretiamo un input e lo immagazziniamo;

  • Fase 2: Ritenzione

Nella fase di ritenzione, attraverso processi neuronali, archiviamo l’input che abbiamo ricevuto nel nostro cervello, pronto per essere richiamato al bisogno;

  • Fase 3: Recupero

Nella fase di recupero, richiamiamo l’informazione che abbiamo archiviato e la utilizziamo per rispondere a una necessità.

La codifica nell’amigdala

La prima fase, quella di codifica, avviene nell’amigdala. Questo perché a ogni immagine, suono, odore o materiale che tocchiamo il nostro cervello associa un’emozione. Come detto in precedenza, ciò è utile per definire il nostro comportamento una volta che richiameremo quel ricordo.

Come nascono i falsi ricordi

Dalle emozioni ai falsi ricordi

Come abbiamo detto, la fase di codifica ha origine nell’amigdala, nel momento in cui associamo un’emozione all’input che riceviamo. Se la situazione ha un impatto emotivo molto forte, essa può alterare questa fase, dando una percezione diversa dell’input che riceviamo. In questo modo nasce un ricordo falsato, ampliato dalle nostre emozioni che interagiscono con la comprensione della realtà.

È il caso in cui, assistendo a un incidente tra una macchina bianca e una rossa, il testimone associa la macchina bianca a un trauma che ha avuto da bambino e, di conseguenza, ricorderà che nell’incidente la macchina bianca andava molto più veloce di una quanto in realtà andasse.

Ricordi manipolati

Un falso ricordo può anche essere impiantato per suggestione, esortando una persona a ricordare un avvenimento mai accaduto o fuorviandone la memoria con un racconto falsato. Questa pratica è detta innesto per convincimento, particolarmente efficace se il soggetto suggestionato nutre grande fiducia in chi gli inculca il falso ricordo.

L’importanza del sonno

In conclusione, vogliamo sottolineare l’importanza che riveste il sonno nella gestione e nella archiviazione dei ricordi. Durante il sonno, il nostro cervello rielabora e archivia gli avvenimenti accaduti durante la giornata. Questo processo avviene in due fasi: la consolidazione sinaptica, in cui gli avvenimenti vengono acquisiti nel cervello e la consolidazione del sistema, durante la quale i fatti si integrano con i ricordi già presenti.

Grazie al sonno, quindi, il nostro cervello è in grado di organizzare gli eventi che abbiamo vissuto nel migliore dei modi. Ecco perché è davvero importante dormire bene.