Quando premiarsi è importante

Come fare per sostenere la propria autostima anche quando nessuno ci dà soddisfazione? I meccanismi di auto-premiazione ci possono aiutare.
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Nel mondo del lavoro, ma anche nella vita quotidiana, difficilmente si fa qualcosa per nulla. Ci chiediamo spesso cosa potremmo ricevere in cambio. In questo modo le nostre aspettative si alzano, sperando in una lauta ricompensa. Ma che fare se ciò non accade? Imparare ad auto-premiarsi è fondamentale per riuscire a gestire al meglio lo stress.

Obiettivo: sostenere l’autostima

Come abbiamo visto altre volte, l’autostima è un ingrediente molto importante del nostro benessere ed equilibrio psico-fisico. Credere in sé stessi è il primo passo per credere negli altri e nelle possibilità che ogni giorno potremmo cogliere.

Un fattore così importante come l’autostima, quindi, necessità di molta attenzione e dedizione. Non è così difficile, infatti, che un paio di fallimenti, o un lavoro non ritenuto all’altezza, possano minare la nostra considerazione di noi stessi, paralizzandoci, e abbattendo la nostra autostima.

Come riuscire ad evitare che l’autostima diminuisca? Non aspettiamoci che siano gli altri a cominciare. È importante sapere, infatti, che la motivazione parte sempre da noi stessi. È impossibile motivare qualcuno dall’esterno, se non è disposto ad automotivarsi.

La motivazione, infatti, consiste nella capacità di un individuo di attivare, dirigere e sostenere le energie utili al raggiungimento di un risultato. Si possono verificare casi in cui una spinta esterna possa essere decisiva; ma se le energie non sono già presenti all’interno dell’individuo, allora non ci può essere nulla da fare.

L’autostima nasce dalla motivazione, la quale…

Per mantenere alta l’autostima, occorre essere in grado di automotivarsi costantemente. Come fare allora per sostenere la motivazione?

Ecco il fulcro di questo argomento: l’auto-premiazione. L’obiettivo primario dei meccanismi di auto-ricompensa consiste nell’alimentare la motivazione e sostenere la volontà durante progetti a lungo termine.

Imparare a concedersi dei premi, ogni tanto, è necessario per fare in modo che la nostra motivazione non crolli da un momento all’altro. È inutile procedere verso un obiettivo lontano e difficile solo con la forza di volontà. Per quanto pensiamo di essere forti nello spirito, primo o poi, arriva il momento in cui vogliamo cedere, in cui vogliamo mollare perché non vediamo risultati.

Ecco spiegato allora perché è importate concedersi dei premi, in misura proporzionale con lo sforzo fatto, per trovare giovamento e nuovo vigore affinché la volontà si rinnovi e si possa procedere spediti verso il risultato.

Il circolo virtuoso dei premi

Premi e autostima hanno una relazione talmente stretta che gli studiosi hanno elaborato una teoria secondo la quale esisterebbe un circolo virtuoso per cui questi due elementi si alimentano reciprocamente all’infinito.

Più riusciamo a fortificare la nostra autostima, infatti, più riusciamo a pensare di concederci dei premi che riteniamo importanti; più riusciamo ad auto-premiarci, più rafforziamo l’immagine che abbiamo di noi stessi, che altro non è che la nostra autostima.

Riuscire a generare e a entrare in questo circolo virtuoso è molto importante per il proprio successo professionale e personale. Vivere all’interno di questo circolo significa, in altre parole, aver sviluppato una resilienza tale per cui qualche imprevisto può essere assorbito senza traumi, perché siamo ben consapevoli delle nostre capacità.

Quale premio?

Abbiamo capito che, ogni tanto, è sano e utile concedersi dei premi da cui trarre giovamento per rafforzare la propria autostima e ripartire con più slancio verso gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Ma quali caratteristiche devono avere questi premi?

  1. Proporzionalità

La prima e la più importante tra le caratteristiche dei premi che dobbiamo concederci è la proporzionalità. Ogni premio, infatti, deve essere proporzionato allo sforzo e all’impegno che abbiamo messo nel raggiungimento di un obiettivo.

Se mancasse questa caratteristica, la ricompensa non avrebbe l’effetto desiderato, e anzi, sarebbe dannosa: se fosse troppo ridotta rispetto all’impegno ci sentiremmo frustrati per non aver ottenuto abbastanza; se avesse troppo valore ci sentiremmo subito molto felici, ma poi ci renderemmo conto di non meritare tale premio e quindi in difetto.

Gli esempi sono molto semplici: una birra in compagnia è perfetta per premiare una lunga giornata di lavoro; un week end in montagna è ottimo per ricompensare una settimana molto impegnativa. Se si invertono questi due esempi, diventa ancora più chiaro il concetto di proporzionalità del premio.

2. Desiderio

Affinché il premio sia funzionale al rafforzamento della nostra autostima deve soddisfare un desiderio. Sopratutto nei casi in cui dobbiamo premiarci per lunghi e intensi periodi di stress, è fondamentale che il premio sia qualcosa che si desidera da tempo. La soddisfazione nell’ottenere tale premio deve essere pari al desiderio che abbiamo provato nell’immaginarcelo.

In questo modo, il premio potrà giustificare gli sforzi fatti e rassicurarci che ne è valsa la pena. Inoltre, potrà stimolare uno sforzo futuro, perché l’esperienza insegna al nostro cervello che poi ci sarà una ricompensa.

3. Significato

Non per forza il premio deve essere di grande valore economico. Non sempre è necessario spendere fior fior di quattrini per ricompensare uno sforzo. Ciò che conta è che il premio sia denso di significato e che possa riempiere la nostra mente di soddisfazione perché lo colleghiamo a qualcosa di davvero importante.